Ho l’ansia…
Con il termine ansia s’intende un complesso di reazioni cognitive, emotive, comportamentali e fisiologiche, che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso. L’ansia rappresenta un insieme di sensazioni di disagio e di tendenze ad agire, che mantengono consapevole l’individuo su quello che sta accadendo, o che potrebbe accadere di spiacevole, in modo che possa essere pronto ad agire con reazioni di attacco, richiesta di aiuto o fuga.
Tutti noi siamo orientati al soddisfacimento dei nostri desideri e al raggiungimento dei nostri obiettivi, come desiderare di vivere, evitare il dolore, nutrirci. L’ansia è legata alla percezione di minaccia al raggiungimento di questi desideri.
Quando è appropriata ed è quasi sempre basata su una paura realistica e razionale (in questo caso parliamo di preoccupazione, vigilanza, prudenza), ci aiuta a soddisfare i nostri desideri ed evitare situazioni di disagio o dolore (es. guardare prima di attraversare la strada, guidare ad una velocità adeguata, evitare l’assunzione di cibi velenosi).
L’ansia, tuttavia, può divenire inappropriata, eccessiva, distruttiva, persistente (dura da almeno 6 mesi) e contraria agli interessi della persona.
Il panico, infatti, è una forma pericolosa ed inappropriata di disturbo d’ansia, irrealistica ed irrazionale, che tende a sabotare i desideri della persona, la quale finisce per perdere il controllo di se stessa, dei suoi sentimenti e dei suoi comportamenti. Le paure irrealistiche sono esagerate e ipergeneralizzate sui reali rischi e le possibilità, che un evento temuto, possa effettivamente accadere.
I disturbi d’ansia sono diagnosticabili solo quando non sono attribuibili agli effetti indotti dall’uso di sostanze o farmaci, dall’effetto dell’astinenza (alcol, caffeina, cannabis, oppiaci, ansiolitici, amfetamina, etc.) o da altra specificazione (DSM-5, 2014). L’ansia, inoltre, può essere presente trasversalmente in altri disturbi mentali (disturbi depressivi, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi di personalità, etc.) o essere generata da disturbi clinici generici (ipertiroidismo, aritmie, asma, insufficienza cardiaca, etc.).
I disturbi d’ansia si sviluppano in età infantile e persistono se non curati. La prevalenza è nel genere femminile rispetto a quello maschile (in rapporto di circa 2:1).
La classificazione dei disturbi d’ansia è la seguente (DSM-5, 2014):
Disturbo d’ansia da separazione: paura eccessiva e inappropriata (rispetto all’età), in seguito alla separazione dalle figure di attaccamento.
Mutismo selettivo: costante incapacità di parlare nelle situazioni sociali (es. a scuola).
Agorafobia: caratterizzato dalla paura di stare in situazioni da cui potrebbe essere difficile fuggire o essere soccorsi (es. stare in mezzo alla folla, essere fuori casa da soli, stare in luoghi stretti).
Fobia specifica: spavento e ansia sono circoscritti a specifici oggetti e situazioni (aereo, spazi chiusi, animali, aghi, sangue etc.).
Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale): sono evitate situazioni sociali, in cui si potrebbe essere esaminati, giudicati, umiliati, rifiutati.
Disturbo di panico: caratterizzato da ricorrenti e inaspettati attacchi di panico (durano circa 5-20 minuti), che provocano intensa paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire.
Disturbo d’ansia generalizzata (GAD): presenza di sintomi ansiosi, non legati ad una causa specifica ma “generalizzati”. Lo stato d’ansia è cronico anche se è alternato a picchi d’ansia (attacchi d’ansia). Chi soffre di GAD tende ad essere costantemente in allerta e a preoccuparsi eccessivamente per qualsiasi cosa.
Alcuni sintomi comuni in tutti i disturbi d’ansia:
Sintomi respiratori: respiro corto e affannoso, oppressione al petto, nodo alla gola, senso di soffocamento, balbuzie.
Reazioni cutanee: rossore, sudorazione, prurito, vampate di caldo o di freddo.
Reazioni cardiocircolatorie: frequenza cardiaca accelerata, palpitazioni, senso di svenimento, calo o aumento della pressione.
Sintomi intestinali: inappetenza, nausea, vomito, dissenteria.
Sintomi muscolari: tremori, brividi, sussulti, spasmi involontari, gambe tremolanti o irrigidite, insonnia.
Sintomi cognitivi: senso di vuoto mentale, senso crescente di allarme e pericolo, sensazione marcata di essere osservati o essere al centro dell’attenzione altrui, induzione di immagini e ricordi negativi, circoli viziosi (paura della paura).
Sintomi comportamentali: la strategia prevalente di gestione della minaccia è l’evitamento (better safe than sorry “meglio prevenire che curare”), un atteggiamento di sottomissione e di ridotta assertività.
Derealizzazione: sensazione d’irrealtà.
Depersonalizzazione: sentirsi staccati dal proprio corpo.
Psicoterapia per l’ansia
La psicoterapia per i disturbi d’ansia e in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, è il trattamento principale. Essa mira ad eliminare o ridurre i sintomi dell’ansia, al fine di supportare il soggetto nel raggiungimento di un adeguato adattamento all’ambiente, utilizzando tecniche comportamentali e di ristrutturazione cognitiva.
Le tecniche di rilassamento e le strategie di meditazione mindfulness hanno un effetto positivo sulla riduzione della sintomatologia ansiosa ed una migliore gestione di essa. La mindfulness (attenzione consapevole) è uno stato mentale, una modalità dell’essere, non orientata allo scopo, focalizzata sull’essere nel momento presente, così com’è. La persona, che intraprende un percorso di mindfulness, impara gradualmente a concentrarsi sulle sensazioni corporee, che emergono quando si sente in preda all’ansia e, invece di evitarle o rifiutarle, rimane presente e sperimenta i sintomi nella sua completezza, aprendosi ad essi e divenendo consapevole del fatto che i suoi pensieri negativi non corrispondono esattamente alla realtà e attraverso la pratica può riuscire a lasciarli andare.
Terapia farmacologica
I farmaci maggiormente utilizzati per il trattamento della sintomatologia ansiosa sono:
- antidepressivi SSRI;
- ansiolitici (benzodiazepine);
- beta bloccanti per la gestione dei sintomi fisici dell’ansia.
Dott.ssa Antonietta Merola
Presidente dell’Associazione “Il Cammino del Soffione”
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