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Tag: emozioni

Bonus Psicologico

A chi è destinato il bonus psicologo?
Il Bonus salute mentale, inserito nel decreto milleproroghe del 30/12/2021 e convertito in Legge n. 15/2022, è un contributo economico volto a sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia, destinato a chiunque soffra di un disagio psicologico, soprattutto a coloro che hanno risentito, in modo patologico, delle difficoltà del post pandemia.

La Legge 29/12/2022, n. 197 (legge di bilancio 2023), ha reso il Bonus psicologo una misura strutturale, stanziando:
• 5 milioni di euro per il 2023;
• 8 milioni di euro a partire dal 2024.

Qual è l’importo del beneficiario?
L’importo massimo potrà essere di 1.500 euro all’anno a persona e varierà a seconda del reddito (nel 2022 il tetto massimo è stato di 600 euro):
• con ISEE inferiore a 15mila Euro, è possibile ottenere un bonus di 1.600 Euro;
• con ISEE tra 15mila e 50mila Euro, è possibile ottenere un bonus di 800 Euro;
• con ISEE tra 50mila e 90mila Euro, è possibile ottenere un bonus di 400 Euro;
• con ISEE superiore a 90mila Euro, non è previsto il bonus.

Per l’ammontare preciso del 2023 è necessario attendere la pubblicazione del nuovo decreto attuativo e della circolare INPS con le istruzioni operative.

Per richiederlo si fa domanda all’Inps e l’assegnazione avviene sulla base dell’ordine di arrivo delle richieste a partire dall’Isee più basso. Verranno poi pubblicate delle graduatorie e il bonus dovrà essere utilizzato entro 180 giorni dalla data di accoglimento della domanda.


Come presentare la domanda
La procedura per la presentazione della domanda per il “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia” è disponibile accedendo nei seguenti modi:
 Sito www.inps.it alla voce “Prestazioni e servizi > servizi > Punto di accesso alle prestazioni non pensionistiche > Contributo sessioni psicoterapia”, tramite SPID di almeno livello 2, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
 Contact Center Integrato, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).


Iter della domanda?
Al termine del periodo stabilito per la presentazione delle domande, verranno redatte le graduatorie regionali (provinciali nel caso di Trento e Bolzano) finali per l’assegnazione del beneficio nei limiti di budget, di cui alla tabella C allegata al decreto-legge n. 228/2021 (art. 5, comma 6, del decreto interministeriale del 31 maggio 2022).
Le rispettive graduatorie regionali/provinciali terranno conto del valore ISEE e, a parità di valore ISEE, dell’ordine di presentazione.
L’INPS provvederà all’erogazione del beneficio nel limite di budget, sopra indicato e, al raggiungimento di detto limite, non potranno essere finanziate ulteriori domande, fatta salva l’eventuale riassegnazione di risorse non utilizzate (art. 5, comma 10, del decreto interministeriale del 31 maggio 2022) o un eventuale successivo incremento del budget con risorse aggiuntive statali o regionali da trasferire all’Istituto.


Accettazione e pagamento del Bonus
Il completamento della definizione della graduatoria verrà comunicato con un apposito messaggio.
Il beneficio è riconosciuto una sola volta in favore del cittadino richiedente. In caso di accoglimento della domanda, il contributo è riconosciuto, per un importo fino a 50 euro per ogni seduta di psicoterapia, ed è erogato fino a concorrenza della somma massima assegnata, parametrata ai valori ISEE come sopra descritti.
In caso di accoglimento della domanda, verrà resa disponibile l’indicazione dell’importo del beneficio e del codice univoco associato, da consegnare al professionista presso cui si tiene la sessione di psicoterapia.
L’importo riconosciuto per il “Contributo sessioni di psicoterapia” deve essere utilizzato entro 180 giorni dall’accoglimento della domanda, decorso detto termine il codice univoco sarà annullato.

Leggi il decreto: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/06/27/22A03765/sg

Dott.ssa Merola Antonietta
Tel.: +39 3669051597
E-mail: antonella.merola.81@gmail.com – ilcamminodelsoffione@gmai.com

La sofferenza dell’abbuffata

L’obesità è caratterizzata da una continua offerta di cibo e aumento di peso. Questo è quello che si vede, quello che si intravede soltanto è il luogo dove avvengono le problematiche soggettive, i vissuti, le emozioni, il dolore, le esperienze che hanno segnato la vita.

È presente nel sintomo ciò che è assente a livello di coscienza.

I soggetti obesi sembrano essere persone con un buon carattere, espansivi, allegri e sempre disponibili con l’altro. In realtà il loro sintomo, il sovrappeso, mette distanza tra sé e le persone. La donna obesa si isola fisicamente inserendo una barriera di “ciccia” tra sé e l’altro.

Le ricerche mostrano che donne ex obese che perdono peso, tendono poi a riprenderlo velocemente, quasi avessero bisogno di quella barriera per riuscire a proteggersi.

Il fatto che possano essere notate, che possano essere desiderate, spesso le terrorizza. In modo convenzionale si parlerà di donne, ma ci sono anche tanti uomini con le stesse difficoltà.

Le donne con alterazioni nel controllo dell’appetito sono meno autonome di quanto vogliano invece dimostrare. Hanno difficoltà a rifiutare richieste o a mettere i loro bisogni prima di tutto, per paura di non essere più amate o apprezzate. Hanno paura di mostrare il loro vero Io, come se non fosse degno di amore. Sono in realtà donne fragili, bisognose, che hanno paura di essere respinte.

Hanno paura di instaurare un legame di dipendenza.

Quando si fa notare loro di pensare più ai bisogni dell’altro che ai propri, provano una sensazione di fastidio e di rabbia.

L’egoismo è visto come un sentimento estraneo, sbagliato, da reprimere.

Il cibo è usato per colmare il divario tra bisogno e appagamento. Si rinuncia a quelle che sono le proprie esigenze e in cambio si ha lo “scettro” della brava moglie, brava figlia, brava collega, ecc.

Ma cosa succede quando ci si reprime? Quando ci si trattiene? Ci si sente carichi, tesi, nervosi, inquieti.

E cosa fare quando ci si sente così? Mangiare, per queste donne, sembra essere l’unica soluzione.

Si cerca di resistere in ogni situazione e si perde il controllo con il cibo.

Il concetto del resistere, del trattenersi è associato al non poter parlare, anche se si vorrebbe, e al dover sopportare la situazione.

Il non poter “aprir bocca” porta ad un accumulo di stress, un accumulo di energia che andrebbe scaricato. Per tornare alla normalità sarebbe opportuno far defluire questa energia in qualche modo, camminando, o anche solo sfogandola parlando. Il soggetto dovrà prendere coscienza di quello che sta provando.

Quando proverà paura, questa non si manifesterà per forza in modo cosciente ma anche attraverso desiderio di distrazione e tranquillità.

Quando le richieste dall’esterno diventano troppe, bisognerà chiedersi se si ha voglia di svolgere le richieste o se lo si fa solo per “dovere”. La donna si illude che anche l’altro acconsentirà a ricambiare il favore, svolgendo compiti anche controvoglia.

Come se lei avesse il diritto di pretendere dall’altro, gesti di sacrificio per lei.

E quando si renderà conto di aver dato più di quello che ha ricevuto, si sentirà sfruttata e frustrata.

Nella relazione la donna si rifà al concetto di debito e credito, per stare bene deve sentire di non avere debiti, di essere alla pari, al massimo può accettare di avere crediti che gli altri poi le rimborseranno prima o poi.

Si tratta di donne con bassa autostima, forte insicurezza personale, relazionale e sociale, che hanno difficoltà anche nei vari aspetti della sessualità, primo tra tutti, nel provare piacere. Si è sempre rivolti all’altro, a quello che prova l’altro e la visione del proprio corpo nudo le spaventa.

Nella sessualità in particolare emerge il principio secondo il quale sopportare, reprimere i propri bisogni, o assecondare i bisogni dell’altro fingendo di avere

spesso voglia, la farà sentire padrona del controllo.

Non si parla solo di abbuffate di cibo, capita che la donna si diletti in tante attività avendo difficoltà a gestire la noia, riempiendo il tempo; si sentirà cosi stanca, pesante, stressata, percepirà il suo mondo come disequilibrato e cercherà l’equilibrio mangiando.

Quello che si ripete è “prima il dovere e poi il piacere”, prima deve soddisfare i bisogni altrui, poi se lo avrà fatto e ci sarà tempo si potrà pensare a se stessa. E se non avesse tempo per soddisfare i bisogni altrui? Allora sarà obbligatorio rinunciare anche ai propri piaceri. E cosa accade quando soddisfa i bisogni dell’altro, rinunciando a se stessa? Continua ad accumulare crediti e spera nella riconoscenza dell’altro.

L’altro dovrà notare che lei è stata brava, coscienziosa e attenta, in caso contrario la donna avrà una reazione spropositata. Si tratta di donne piene di dubbi, che non si sentono abbastanza, che hanno bisogno di conferme continue.

La donna obesa crede di poter avere riconoscimenti se sarà sempre super efficiente. Crede di non poter piacere per quella che è realmente, e anche se spesso l’essere riconosciuta solo per le sue azioni non basta, si accontenta di questi preferendoli al nulla.

Il credito che ha verso gli altri la protegge dalla perdita dell’amore e dall’abbandono da parte del partner. Se lei sarà sempre una buona moglie, farà tutto quello che vorrà l’altro, si concederà a livello sessuale, sarà una buona massaia, il marito non avrà motivo di tradirla.

La donna obesa BED soffre di alti standard e alte aspettative e ha una sensibilità maggiore rispetto alle richieste fatte da altri.

Quando fallisce, o non raggiunge i propri standard (imposti da se stessa), sviluppa un pattern di avversione verso se stessa, caratterizzato da una visione negativa di sé e un’elevata preoccupazione di come verrà percepita dagli altri.

Queste auto-percezioni sono accompagnate da stress emotivo, ansia e stati emotivi depressivi.